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エッセー集 イタリア散歩道

シチリアのこと

アレッサンドロ・アドルノ氏
タオルミーナの語学学校 バビロニア校 校長Le Ali 6号

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La mia Sicilia

E mai giornata e luogo sarebbe stato più propizio per scrivere qualche riflessione su quest’isola, famosa nel mondo più per le sue “negatività”, ed invece così piena di tesori, così prodiga di spunti per il sogno.

Oggi è una giornata di fine gennaio, è domenica e scrivo dal bar del porto di Acitrezza.

Già il luogo è un luogo magico. Davanti a me i Faraglioni, quelle piccole isole, quelle rocce che emergono a un centinaio di metri dalla costa. Una distanza che i giovani catanesi coprono a nuoto per arrivare sull’ “isola” (L’isola Lachea).

I faraglioni di Acitrezza sono il trait-d’union fra la morfologia, la storia, la leggenda e la letteratura della Sicilia. Un vero paradigma dell’isola.

La leggenda narrata da Omero nell’Odissea narra che Ulisse, nella sua curiosità vagabonda per il mondo conosciuto e nel suo continuo sfidare i limiti umani, i limiti della natura e i limiti del destino, approdò proprio su queste stesse rocce su cui poggia il bar da dove Vi scrivo.

Da qui si inerpicò sul vulcano Etna in cerca di cibo per sé e per i suoi uomini e qui profuse il suo ingegno e la sua oratoria per sfuggire dalle intenzioni cannibali del Ciclope Polifemo.

Ed ora, mentre bevo il mio cappuccino e scrivo, davanti a me, in mezzo al mare, in una bella giornata di sole, posso godermi quei Faraglioni che la leggenda narra siano stati scagliati da Polifemo contro Ulisse, nel momento in cui il Ciclope si accorse che Ulisse/Nessuno era riuscito a sfuggire ed era riuscito a raggiungere le navi in attesa qui ad Acitrezza.

Questa è anche la Sicilia: una terra in cui, da ogni parte, emergono leggende che ci provengono dai nostri avi: i Greci, i Cartaginesi, i Romani, gli Arabi, gli Spagnoli.

Una terra molto diversa dal Giappone, una terra conquistata da molte popolazioni straniere che, all’arrivo dei conquistatori successivi, stranieri smettevano di esserlo. E diventavano anch’essi Siciliani. La Sicilia ha “sicilianizzato” chiunque l’abbia voluta dominare.

La Sicilia è una terra dolcissima che sa essere anche amarissima.

Una terra di contraddizioni. Come dico spesso ai miei studenti, è il luogo dove, contro natura, il fuoco vince sull’acqua, dove i vulcani di fuoco si impongono sul mare e formano isole vulcaniche (Vulcano, Strobili, Salina). Dove la Mafia e l’Antimafia calpestano lo stesso suolo, respirano la stessa aria, osservano lo stesso orizzonte.

E dove la fantasia aiuta a comprendere l’incomprensibile. Come nella storia di Ulisse e di Polifemo: l’Uomo, per quanto intelligente, per quanto sagace, per quanto acuto, non potrà mai dominare davvero la Natura, non la potrà mai legare, non la potrà mai possedere. Quanto è attuale questa lezione che i nostri avi ci hanno trasmesso attraverso storie di fantasia: le leggende e i miti.

Dicevo all’inizio che mai giornata sarebbe potuta essere migliore per ricamare parole sulla mia isola. Sono circondato di storia e di leggende, ma quelle pietre, quegli scogli, quei Faraglioni sono in realtà (nella cruda realtà scientifica) le prime formazioni vulcaniche che affiorarono dal mare, ancor prima che l’Etna esistesse, milioni di anni fa. Sono i genitori dell’Etna, se mi permettete l’immagine. Da questi scogli, in un lungo, inesorabile - invisibile nel breve tempo ma determinato nel lungo - avanzare in direzione sud-est nord-ovest, l’Etna si è sviluppato. Geologicamente è proprio qui che l’Africa e l’Europa si incontrano e si scontrano. Ed ancora una volta quanto è attuale l’immagine di questa terra antica.

Ma questo luogo, questi Faraglioni, hanno nutrito anche altri racconti. Come quello de “I Malavoglia”, il romanzo di Giovanni Verga che, nell’Ottocento, segnò l’inizio della scuola Verista nella letteratura italiana. Scuola Verista che, nel Dopoguerra, vide la sua prosecuzione con il Neorealismo ed ancora questo luogo del mito come protagonista. Proprio qui Luchino Visconti riprese la novella di Verga e ne fece uno dei film fondamentali per il Neorealismo italiano: “La Terra Trema”, storia di una famiglia di pescatori disgraziata che non vuole sottomettersi all’ineluttabilità del destino, né far indietreggiare d’un passo la propria dignità d’uomini, poveri ma forti.

E sì: oggi è proprio una giornata magica per raccontare della Sicilia da questo punto d’ osservazione. Non lo si direbbe neanche che, mentre scrivo e mangio la mia “raviola di ricotta”, è gennaio, il sole splende, le barche sono a mare e i catanesi devono solo decidere se sdraiarsi su una spiaggia e lasciarsi accarezzare dal sole e dal vento o se “salire in Montagna” (come si dice da noi quando si vuol andare su per una gita sull’Etna) a sciare. Eh, già, la magia di questo posto fa anche spazio a momenti di realtà indicibile: il mare o la montagna, a mezz’ora di distanza in macchina l’una dall’altra.

Non che tutti i giorni siano di sole, non che tutti i giorni siano miti e caldi. Anche qui piove, anche qui fa freddo. Ma anche domenica scorsa, per raccontarVi un ultimo aneddoto, io uscivo di casa portandomi la canoa sulle spalle e il mio vicino usciva da casa sua con lo snowboard in mano: si può immaginare tanta fortuna in un colpo solo?!?

Ecco la mia Sicilia, in una domenica mattina di gennaio….

シチリアのこと

1月も最後の日曜日。アーチ・トレッツァの港にあるバールで私は今、この原稿を書いている。私のいるこの場所は実に魅力的で、目の前には離れ岩(“キュクロプスの巨岩”)や小島、岩礁が見える。アーチ・トレッツァの離れ岩は、シチリアの生態学、歴史学、伝説、文学を一つに結びつけてくれる絆である。まさにシチリアのパラダイム(典型)だ。

ホメロスがオデュッセイアの中で語った伝説によれば、オデュッセウスは、当時知られていた世界への流浪の旅に好奇心を抱き、人間の限界・自然の限界・運命の限界に挑戦し続けるその旅の途中、私がペンを走らせるこのバールの立つまさにこの岩に上陸したという。

オデッセウスはこの場所から、自分や部下のために食料を求めてエトナ火山を登っていくが、そこで出会った一眼巨人キュクロプスの一人、ポリュペモスに食べられそうになる局面を脱するため、彼は才知と雄弁術を駆使する。

オデュッセウス-(ウーティス*)が脱出して、ここアーチ・トレッツァで待機する船に首尾よく逃げ込んだと気づいてポリュペモスがオデュッセウス目がけて投げつけた岩がこの離れ岩だと伝説は語っている。これもまたシチリアである。私たちの祖先であるギリシャ人、カルタゴ人、ローマ人、アラブ人、そしてスペイン人によって、この島のいたるところで様々な伝説が生み出され、それが語り継がれてきたのだ。

日本とは随分違う土地である。多くの外国人に何度も侵略されてきたが、次の征服者がやってくるたびに外国人たちは外国人であることをやめてしまう。シチリアは、征服しようとする者をことごとく“シチリア化”させてしまったというわけだ。シチリアは甘く、そしてまた苦い土地である。矛盾に満ちた土地である。私がよく生徒たちに言うことだが、ここでは、自然の法則に逆らって、火は水に勝ち、燃え盛る火山は海を威圧して火山島(ヴルカーノ、ストロンボリ、サリーナ)を形成する。マフィアと反マフィアが同じ地面を踏み、同じ空気を吸い、そして同じ水平線を見つめる所でもある。

不可解なことも、空想(ファンタジー)の力で、なるほどと納得させてしまう所。オデュッセウスとポリュペモスの物語のように・・・。人間は、どんなに知的でも、どんなに聡明でも、どんなに鋭敏でも、大自然を本当に支配することなどできないし、拘束することも、所有することも絶対にできない。私たちの先祖が伝説や神話などの空想物語を通して私たちに伝えてきたこのような教訓が、今も、どれだけたくさんこの地に生き続けていることか。

さて、この土地、この離れ岩は、そのほかにも数々の物語を育んできた。例えば、19世紀イタリア文学におけるヴェリズモ派のさきがけとなったジョヴァンニ・ヴェルガの小説“マラヴォリア家の人々”である。ヴェリズモ派は戦後、ネオレアリズモに引き継がれ、今なおこの神話の地が物語の中心になっている。ルキーノ・ヴィスコンティもまさにこの地でヴェルガの短編小説を映画化しているが、中でも、イタリアのネオレアリズムを語るに欠かせない作品の一つとして、“揺れる大地”があげられる。逃れようのない運命に身をゆだねることに抵抗し、貧しくも逞しい人間の尊厳を少しでも失いたくないと考える不幸せな漁師一家の物語である。

*オデッセウスは、機転を利かせ、キュクロプスに対して、自らをウーティス(「誰も~ない」という意味をもつ)と名乗ったことで、苦境を脱することができたと伝えられている。

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